Il Sarto



Un tale Signor G. arrivò una sera al Motel, molto affaticato. Portava intorno al collo un rosario e un metro da sarto. Mi disse che aveva urgenza di una stanza e gli assegnai la 666. Salì di corsa senza neanche ringraziare. La mattina seguente scese nella Grande Sala per fare colazione, si mise seduto e mi ordinò una tazza di latte e 2 uova. Andai verso la cucina, ma dopo pochi passi sentii le sue urla: aveva visto seduti davanti al camino Marla, Edgar e Clarissa, mentre Kate stava già facendogli le fusa. Cominciò a dire di essere all'inferno, che Dio lo aveva mandato qui per punirlo dei suoi peccati e che non sarebbero stati sufficienti tutti i rocchetti di filo della Santa Francia a ricucire le profonde ferite che quella miserevole notte aveva inflitto al suo già dilaniato Spirito. Si mise a recitare tutte le preghiere che conosceva a voce molto alta mentre le lacrime gli bagnavano la camicia, cadde per terra, si rialzò, mi guardò in faccia e mi urlò "Lei! Lei è il Diavolo!" e così, urlando, fuggì senza pagare. In quell'istante la stessa visione si fece strada nelle menti di tutti noi:

...e tutto si concluse con vigorose risate...